Casa popolare: chi ne ha diritto e come fare domanda

Come ottenere una casa popolare? Sono diversi i quesiti che si pongono gli aspiranti ad un alloggio popolare. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sui requisiti di accesso e la procedura per avanzare richiesta di assegnazione.

 

Cos’è una casa popolare?

Prima di comprendere come ottenere un alloggio popolare occorre soffermarsi sulla definizione di casa popolare.

L’edilizia residenziale pubblica cd. ERP (nota anche come edilizia popolare o casa popolare o alloggio IACP – Istituto Autonomo Case Popolari) è un’espressione con la quale ci si riferisce a tre tipologie di operazioni edilizie che prevedono l’attivazione della pubblica amministrazione, a vari livelli (statale e/o regionale e/o locale), per offrire o agevolare l’accesso ad un alloggio in proprietà, in locazione o in superficie, a quella porzione di popolazione che per comprovate ragioni di natura economica non può ricorrere direttamente al mercato privato.

In altre parole vengono definite case popolari tutti quegli immobili concessi a canoni agevolati a nuclei familiari con reddito inferiore ad una specifica soglia, ai quali possibile accedere sulla base di apposite graduatorie locali.

In Italia la concessione di casse popolari fu regolamentata per la prima volta grazie alla Legge Luzzati n. 254 del 31 maggio 1903. 

Tuttavia il vero successo di tale istituto si registrò solo nel dopoguerra quando fu realizzato il Piano Fanfani (con l’Istituzione di INA-Casa) che, negli anni ’50, portò alla creazione di oltre 2 milioni di unità immobiliari.

Oggi le case popolari rappresentano il punto di approdo per tutti coloro che, per questioni di reddito, necessitano di una prima casa a canoni ridotti.

Per Edilizia Residenziale Pubblica si intende il sistema di offerta abitativa pubblica costituito dal patrimonio immobiliare volto a soddisfare la domanda abitativa pubblica in affitto delle categorie sociali in condizioni di particolare svantaggio. Il sistema regionale dei servizi abitativi si articola in:

a) edilizia residenziale pubblica;
b) edilizia convenzionata;

c) sostegno alla locazione per il mantenimento dell'abitazione
;
d) housing sociale.

Come ottenere una casa popolare dal Comune?

Le case popolari non vengono assegnate automaticamente alle famiglie che versano in condizioni di difficoltà economica, ma è necessario fare domanda di partecipazione agli appositi bandi di assegnazione al proprio Comune di residenza, oppure alla Provincia o alla Regione.

Perché si possa avanzare la richiesta è necessario che sia attivo l’Avviso pubblico per l’assegnazione di alloggi, che in genere viene pubblicato ogni 4 anni nel sito del Comune o della Regione di appartenenza.

Il bando si rivolge a tutti i cittadini italiani, europei ed extracomunitari, in possesso di regolare permesso di soggiorno (sia per lungo periodo che per quello rilasciato per almeno un biennio necessario a svolgere un’attività dipendente o autonoma).

Una volta presentata la domanda viene stilata una graduatoria, al fine di garantire la precedenza ai nuclei familiari con situazioni più delicate.

Solo quando vi saranno case vacanti (o nuovi immobili) il Comune procederà con l’assegnazione, quindi occorre armarsi di pazienza e aspettare il proprio “turno”,

La richiesta prevede la compilazione di un modulo, che può essere scaricato dal sito del Comune di riferimento, corredata della necessaria documentazione. Può essere avanzata mediante diversi canali: online, rivolgendosi ad un Aler o ad una organizzazione sindacale, oppure  presentandosi direttamente in Comune, all’apposito sportello.

In linea di massima la procedura è la medesima in tutti i comuni italiani, sebbene per quelli più popolosi possano sussistere alcune variazioni in punto alle condizioni di accesso o al canone di affitto.

Quanto alle tempistiche di assegnazione dell’alloggio popolare, queste potrebbero essere molto lunghe, soprattutto nelle grandi città, attese le richieste elevate e le maggiori difficoltà nello stilare le relative graduatorie.

Quali sono i requisiti per l’assegnazione di una casa popolare?

Nonostante la copiosa normativa in materia di edilizia residenziale pubblica, a seguito della riforma del titolo V della Costituzione del 2001, è venuto meno nel nostro Paese l’intervento unitario e generale in questo settore sia dal punto di vista della sua programmazione, del finanziamento nonché  dell’organizzazione dei livelli prestazionali.

Le leggi e i regolamenti regionali che ne sono scaturiti negli ultimi anni hanno segnato in modo irreversibile le finalità sociali del settore, diversificandolo nettamente a livello nazionale.

Pertanto per vagliare i requisiti richiesti per l’accesso all’alloggio popolare occorre di fatto rifarsi al bando pubblico di riferimento.

In linea generale, il richiedente:

  • non deve essere proprietario di altri alloggi, o se lo è questi devono risultare inadeguato alle esigenze del nucleo familiare;
  • non deve vantare diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su un altro alloggio popolare;
  • non deve essere stato sfrattato da altre case popolari nei 5 anni precedenti;
  • non deve aver occupato abusivamente una casa popolare nei 5 anni precedenti;
  • deve essere residente nel Comune nel quale si trova la casa popolare o comunque deve svolgervi la propria attività lavorativa;
  • non deve aver superare un determinato reddito, variabile in proporzione ai componenti del nucleo familiare.

Quali documenti occorre per presentare la domanda di assegnazione?

Per procedere alla presentazione della domanda di assegnazione unitamente ad essa occorre produrre determinati documenti. In particolare:

  1. del documento di identità;
  2. dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica, e dell’ISEE-erp, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per l’Edilizia Residenziale Pubblica, che possono essere richiesti presso un qualsiasi CAF presentando il CUD o i propri redditi;
  3. del certificato in invalidità, nel caso in cui in famiglia fosse presente un soggetto invalido.

Trattasi di documentazione necessaria poiché attestante la situazione economica del soggetto richiedente. Sulla base di tali documenti verrà valutato se il richiedente sia effettivamente in possesso dei requisiti per avere accesso all’assegnazione di una casa popolare.

Il reddito massimo per case popolari tiene conto del nucleo familiare?

Come anticipato, lo strumento dell’edilizia popolare è destinato a soggetti e nuclei familiari che versano in condizioni economiche precarie. 

I requisiti reddituali per avere accesso a una casa popolare dipendono dal numero di componenti di una famiglia.

Pare evidente infatti che maggiore sarà il nucleo più gravosa potrà essere la situazione di disagio, soprattutto se nessuno o solo un soggetto produce redditi.

Anche per la determinazione del reddito si registrano delle differenza da Comune e Comune e occorre rifarsi a quanto stabilito nei bandi di riferimento. 

Si precisa che fanno parte del nucleo familiare: i coniugi, i genitori, i figli, gli affiliati con i quali si convive.

Vi fanno parte anche il convivente more uxorio, gli ascendenti, i discendenti, i collaterali fino al terzo grado, nel caso di convivenza stabile da almeno due anni prima della pubblicazione del banco, da dimostrare adeguatamente.

Vi rientrano altresì coloro i quali che sebbene non siano legati da vincoli di parentela o affinità, convivono con il resto della famiglia da almeno due anni, in modo stabile, poiché si occupano di assistere anziani con più di 60 anni, non autosufficienti, oppure soggetti portatori di handicap.

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Quali ulteriori requisiti influiscono sulla assegnazione della casa popolare?

Oltre alla situazione economica sussistono dei requisiti ulteriori che incidono sul punteggio in graduatoria.

Pertanto verranno favoriti:

  • i soggetti che vivono in ricoveri provvisori, come dormitori pubblici o centri di raccolta e che, in generale, vivono in condizioni abitative di sovraffollamento;
  • soggetti separati, divorziati, vedovi, madri nubili con minori a carico, che ricevono assistenza da parte dei centri sociali comunali da almeno 6 mesi;
  • soggetti invalidi, con una capacità lavorativa ridotta del 66%, che ricevono assistenza da parte dei centri sociali comunali da almeno 6 mesi;
  • i nuclei familiari con minori a carico o con reddito inferiore a determinate fasce, che hanno difficoltà a trovare un alloggio e che ricevono assistenza dai servizi sociali;
  • famiglie nelle quali siano presenti soggetti con invalidità superiore al 66%, o minori invalidi che hanno bisogno di assistenza continua o che non sono in grado di deambulare in autonomia;
  • nuclei familiari nei quali sono presenti over 65, soggetti affetti da inabilità totale al lavoro, oppure famiglie con più di tre figli, dei quali almeno uno a carico;
  • famiglie con membri under 35, formatesi da non più di 3 anni;
  • genitori soli con almeno un figlio a carico;
  • nuclei familiari che vivono nella stessa casa con altri nuclei familiari;
  • famiglie che abitano in case prive di servizi igienici;
  • famiglie che non hanno un alloggio perché sono state sfrattate o perché è terminato il termine che dava loro diritto a un alloggio di servizio;
  • famiglie per le quali il canone di affitto incide per più di un terzo sul reddito;
  • famiglie per le quali il canone di affitto incide per più di un sesto sul reddito;
  • chi non ha un reddito annuo superiore alla pensione minima INPS;
  • i nuclei familiari con una sola persona maggiorenne, che vivono in alloggi inadeguati.

 

In altre parole, a parità di punteggio in graduatoria, verranno svolte ulteriori valutazioni alla stregua di precisi fattori, tra cui:

  1. avere un reddito più basso;
  2. avere una o più persona in famiglia con disabilità;
  3. avere persone in famiglia con un grado di disabilità più elevato;
  4. avere più figli minori a carico;
  5. essere in tanti in famiglia;
  6. avere più anziani a carico;
  7. gli anni di anzianità nel Comune di residenza.

A quanto ammonta il canone di una casa popolare?

A fronte della finalità per le quali tale presidio è stato istituito una casa popolare ha evidentemente un costo particolarmente conveniente rispetto ai valori di mercato.

Anche in questo caso sarà il Comune di residenza a determinare il cd. “canone sociale” a seconda delle fasce di soggetti assegnatari e della dimensione dell’immobile.

In genere, il canone può raggiungere un importo di € 200,00 mensili per un appartamento con tre camere più servizi.

Si può riscattare una casa popolare?

La legge n. 560 del 24 dicembre 1993, prevede che le case popolare possano essere acquistate dai loro assegnatari o dai familiari conviventi, anche in caso di morte dell’assegnatario.

A tal fine occorre che sussistano congiuntamente i seguenti requisiti:

  • Abitare nell’immobile da almeno 5 anni;
  • Aver pagato sempre regolarmente il canone di affitto;
  • Possedere un reddito inferiore a specifiche soglie;
  • essere cittadini italiani, europei o extracomunitari con permesso di soggiorno;
  • Essere residenti nel Comune;
  • Non essere in possesso di altri alloggi idonei al proprio nucleo familiare.

 

I requisiti per riscattare una casa popolare possono subire qualche variazione a seconda dei vari Comuni, pertanto prima di presentare la domanda di riscatto occorrerà, anche in questo caso, rifarsi all’apposito bando.

Chi paga le spese di manutenzione della casa assegnata?

Questo è un quesito molto frequente. Per manutenzione si intendono tutti gli interventi finalizzati alla conservazione dello stabile, delle sue pertinenze, degli alloggi in esso contenuti e alla funzionalità di tutti gli impianti di servizio.

I lavori di manutenzione ordinaria all’interno dell’alloggio sono a carico dell’inquilino. Il Comune, o più genericamente il Gestore, è responsabile per gli interventi di manutenzione ordinaria relativi alle parti comuni dello stabile.

Inoltre, il Gestore si occupa degli interventi di riparazione delle tubazioni e degli impianti sottotraccia (posti all’interno dei muri degli alloggi e parte dell’impianto generale dello stabile), a meno che il danno non derivi da un uso improprio da parte dell’inquilino.

Competenza dell’inquilino all’interno dell’alloggio:
• Sostituzione e riparazione dei sanitari a seguito dell’utilizzo da parte dell’assegnatario;
• Riparazione di infissi, porte, finestre;
• Riparazione o sostituzione di serrature, maniglie e cardini;
• Riparazione di pavimenti, rivestimenti danneggiati e tinteggiatura delle pareti;
• Manutenzione ed eventuale riparazione dell’impianto di riscaldamento autonomo, verifica, pulizia e controllo della caldaia prima dell’inizio della stagione invernale;
• Interventi di deblattizzazione, derattizzazione e disinfestazione all’interno dell’alloggio.

Competenza del gestore per le parti comuni:
• Riparazione e sostituzione di serrature e chiudiporte;
• Riparazione di attrezzature e arredi mobili delle parti comuni dello stabile (cartelli indicatori, casellari postali, ecc.);
• Interventi di adeguamento e riparazione degli ascensori;
• Interventi di adeguamento e riparazione delle pulsantiere e citofoni interni;
• Sostituzione e riparazione di portoni e cancelli di ingresso.

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