Con chi rimane il cane, il gatto e/o altro animale domestico in caso di separazione dei coniugi? La presenza dei nostri amici pelosi è sempre più frequente nelle nostre case pertanto non può essere sottovalutato anche il loro benessere.
La questione, ad oggi non affrontata dal legislatore italiano sotto il profilo normativo, è stata più volte trattata dalla giurisprudenza.
Per meglio chiarire quali siano le regole sull’affidamento degli animali domestici in caso di separazione o il divorzio dei coniugi, pare opportuno distinguere due diverse situazioni, a seconda che la procedura sia “consensuale” o “giudiziale”.
Si devono, cioè, tenere distinte le ipotesi in cui la separazione o il divorzio avvengano previo un accordo volontario delle parti o a seguito di una causa decisa dal Giudice.
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ToggleCosa dice la giurisprudenza sul punto?
Tra le pronunce più significative si segnala innanzitutto la sentenza del Tribunale di Foggia del 2008 che, in una causa di separazione, ha affidato il cane ad uno dei coniugi, concedendo all’altro il diritto di visita per alcune ore determinate nel corso della giornata.
Sempre nel 2008 si è pronunciato il Tribunale di Cremona il quale ha disposto l’affido condiviso del cane con obbligo di suddivisione al 50% delle spese per il suo mantenimento.
In assenza di una norma di riferimento entrambi i Tribunali citati hanno applicato la disciplina prevista per i figli minori.
In un caso deciso dal Tribunale di Roma, la n. 5322 del 15 marzo 2016, si è ritenuto che il regime giuridico in grado di tutelare l’interesse degli animali domestici (in questo caso il cane), fosse l’affido condiviso, con divisione al 50% delle spese per il loro mantenimento.
Nello specifico, era emerso che dopo la fine della convivenza tra le parti il cane, sebbene avesse trascorso periodi analoghi presso le abitazioni di entrambe – non solo nel rispettivo ambiente domestico ma anche in altri contesti – e avesse da entrambi ricevuto le cure necessarie per sé, di fatto si era abituato a vivere con una sola di queste.
Il Giudice aveva altresì precisato che fosse irrilevante che le parti non fossero sposate, poiché l’affetto ed il legame instaurato con l’animale prescindeva dal regime giuridico che legava le parti in causa.
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Degna di nota, infine, è la decisione del Tribunale di Sciacca del 2019, nella quale il Giudice siciliano indica ben cinque parametri di cui tener conto in merito all’affidamento e il mantenimento dell’animale:
- tener presente che il sentimento per gli animali costituisce un valore meritevole di tutela;
- considerare il benessere primario dell’animale stesso;
- valutare il miglior sviluppo dell’identità dell’animale;
- prevedere la suddivisione al 50% delle spese veterinarie e straordinarie;
- l’affidamento può prescindere dall’intestazione risultante dal microchip.
In generale, la giurisprudenza ritiene che sarebbe consigliabile che le questioni relative all’affidamento degli animali domestici siano tenute fuori dall’accordo di separazione tra i coniugi e formino, invece, oggetto di un’ulteriore e specifica scrittura.
Questo, però, non impedisce ai coniugi di inserire nell’accordo di separazione anche le condizioni che disciplinano l’affidamento degli animali domestici, perché ciò non risulterebbe in contrasto con alcuna norma di legge. Infatti, con la separazione e il divorzio, gli ex coniugi possono anche disciplinare questioni non strettamente economiche.
A scanso di equivoci è doveroso specificare che l’affidamento degli animali domestici non può essere posto sullo stesso piano dell’affidamento dei figli e seguire le stesse regole, ma non lo si può neanche considerare un accordo vietato.
Tuttavia, il Giudice, in presenza di figli minori, potrà prendere in considerazione il problema dell’affidamento del cane o del gatto, tenendo conto del legame affettivo sussistente tra il bambino e l’animale.
Difatti, il codice civile stabilisce che il principale scopo che deve perseguire il Giudice, nel momento in cui stabilisce le condizioni di separazione e divorzio dei coniugi, è la tutela dell’interesse morale e materiale del minore. Ciò, quindi, non è di ostacolo ad un provvedimento che disciplini anche la sorte degli animali domestici.
Nell’ipotesi in cui, però, non vi siano minori, ai fini della decisione sull’affidamento degli animali domestici, si potrà sempre valutare l’intensità del rapporto con uno dei coniugi coinvolti nella separazione o nel divorzio.
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