A decorrere dal 1° gennaio 2022 è stata istituita, per le aziende, la certificazione della parità di genere che consente di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita aziendale, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità.
L’intento è inquadrato nell’ambito delle iniziative per le pari opportunità inserite nel PNRR ed ha come scopo quello di migliorare l’equità lavorativa fra uomo e donna all’interno delle aziende.
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ToggleCos’è la certificazione della parità di genere?
La certificazione “rosa”, in conformità alla UNI/PdR 125:2022, rappresenta un valido strumento per le imprese per dimostrare l’adozione di misure e policy aziendali finalizzate alla riduzione del divario di genere.
Dunque, detto certificato mira ad attestare l’uguaglianza di trattamento tra uomini e donne nei luoghi di lavoro.
Oltre al miglioramento lavorativo, l’obiettivo è anche quello di favorire la competitività tra le aziende che abbiano ottenuto il bollino di conformità, le quali possono vantare una reputazione virtuosa nel trattamento dei propri dipendenti.
Chi può certificarsi e chi certifica la parità di genere?
La certificazione sulla parità di genere può essere richiesta da qualsiasi azienda di qualsiasi dimensione e natura, a prescindere, dunque, dal numero di dipendenti e di fatturato.
L’azienda che intenda certificare la parità di genere all’interno della propria organizzazione dovrà rivolgersi agli organismi di certificazione, accreditati presso Accredia, che operano sulla base della prassi di riferimento individuata dalla UNI/PdR 125:2022.
Come ottenere la certificazione parità di genere?
La certificazione è di tipo volontario e, per ottenerla, l’azienda deve dimostrare il rispetto di una serie di indicatori di prestazione (KPI), declinati su diverse aree di intervento.
Il primo step richiede il rispetto di almeno il 60% dei traguardi previsti nei vari ambiti che viene valutato dall’Ente di certificazione terzo autorizzato al rilascio del certificato.
Le aree di intervento che vengono valutate al fine dell’ottenimento della certificazione sono le seguenti:
- Cultura e strategia aziendale;
- Governance aziendale;
- Processi di Human Resource;
- Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda;
- Equità remunerativa per genere;
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro;
Pertanto, gli aspetti aziendali più sensibili che devono essere regolamentati nell’ottica della parità di genere sono indubbiamente quelli che riguardano le politiche di assunzione, l’equità salariale, la cura della genitorialità, la conciliazione vita-lavoro, le attività di prevenzione di ogni tipo di molestia sul luogo di lavoro.
Quali sono i vantaggi e gli sgravi fiscali per le aziende certificate?
Oltre all’evidente attrattività e fidelizzazione dei propri dipendenti, alle aziende in possesso della certificazione di parità di genere UNI/Pdr 125:2022 è concesso un bonus sul versamento dei contributi previdenziali complessivi a carico del datore di lavoro.
L’esonero è applicato su base mensile e parametrato in misura non superiore all’1% del dovuto, nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda.
Inoltre, alle imprese in possesso di certificato rosa è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.
Pertanto, i benefici di cui l’impresa certificata possono essere così riassunti:
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- accedere a sgravi fiscali fino a 50.000 euro annui;
- conquistare punteggi più alti nelle graduatorie degli appalti pubblici;
- attrarre talenti e investitori mediante la creazione di un “social climate” virtuoso;
- accedere alle linee di finanziamento previste dalle singole Regioni;
- contribuire allo sviluppo di un’economia inclusiva e sostenibile.
Quanto dura la certificazione della parità di genere?
Dopo l’iniziale assessment sullo stato dell’organizzazione e del suo contesto in relazione alle tematiche di parità di genere da parte dell’Ente certificatore, questo rilascerà un certificato valido per tre anni.
Ogni anno, poi, è previsto un audit di mantenimento da parte del suddetto organismo.
Tale Ente di certificazione.avrà infatti il compito di verificare lo stato di fatto dell’azienda e l’applicazione nel tempo delle politiche di parità di genere, in termini di miglioramento continuo.
La certificazione UNI/PdR 125:2022 è obbligatoria?
Allo stato attuale la certificazione non è obbligatoria.
Va in ogni caso evidenziato come negli intenti del PNRR nonché in quelli della legislazione italiana, si stia assistendo ad un notevole aumento della sensibilità al tema della parità di genere.
In conclusione, pur se ad oggi sia prevista unicamente su base volontaria, non può che caldamente consigliarsi alle aziende di munirsi di detto strumento, il quale oltre a comportare notevoli vantaggi fiscali, punta al miglioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti tutti.
Disclaimer
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